Messina Città Perduta. Sabato 10 a palazzo Zanca la presentazione del libro sul patrimonio monumentale perduto della città dello Stretto.
Palazzo Zanca. Libro. Messina Città Perduta
- dell’assessore Caruso,
- della soprintendente dei Beni Culturali di Messina Mirella Vinci,
- e di Gianfranco Pappalardo docente del Conservatorio di Stato di Palermo.
A seguire, l’autore del volume relazionerà in merito alla presentazione della riproduzione virtuale dei monumenti cittadini, a cura dell’architetto Luciano Giannone.
Fiorenza, storico dell’arte e ispettore regionale dei Beni Culturali, in “Messina Città Perduta” descrive, attraverso un’analisi storica e dettagliata, il patrimonio artistico monumentale della Città. Che è andato irrimediabilmente perduto a causa del sisma del 28 dicembre 1908.
La storia del libro
I monumenti oggetto dell’esame sono analizzati in modo approfondito e selezionati sulla base dell’interesse artistico e del particolare pregio che li ha contraddistinti rispetto alle altre costruzioni.
Si tratta di Chiese, Palazzi, Monasteri che avevano resistito al precedente sisma del 1783 e che, poi, rovineranno al suolo, per la maggior parte della loro costruzione, durante l’evento sismico successivo.
Monumenti che portavano le firme dei migliori artisti del tempo, architetti, pittori e scultori che l’allora capitale del regno vantava di accogliere a bottega.
Il volume fornisce un indice ragionato che ripercorre la cronologia degli eventi sismici (1783 e 1908) e poi affronta e compara gli effetti sul patrimonio monumentale e, ancor di più sulla sfera sociale.
Rilevando come essi siano stati determinanti per la cancellazione della maggior parte degli usi, dei costumi e delle tradizioni del territorio e della sua co-munità.
Un’attenta suddivisione del patrimonio per categoria, porta a distinguere le tipologie di archi-tetture in religiose, civili e aristocratiche, per fare comprendere pienamente quali sono state le ragioni che hanno determinato l’interesse a ricostruire o meno gli edifici danneggiati.
“L’analisi semiotica delle immagini proposte consente di ripercorrere – spiega l’autore – un itinerario figurativo circa la condizione dei monumenti prima, durante, e dopo l’effetto tellurico.
Il metodo comparativo seguito, permette di potere analizzare e descrivere la complicata situazione che hanno dovuto affrontare gli architetti pianificatori, chiamati, a più riprese, a ricostruire il tessuto urbano della Città”.
Il volume propone nella parte conclusiva una sorta di viaggio alla scoperta del patrimonio storico artistico ritrovato e salvato e molto spesso ricollocato e reso fruibile. A supporto del testo si trovano infine, una bibliografia essenziale e un glossario architettonico che aiuta a comprendere meglio il lessico della descrizione architettonica degli edifici.