Un’accurata perizia in appello ha scagionato il chirurgo messinese Salvatore Lazzara, inizialmente condannato in primo grado per la morte di Lucia Sigari, una paziente di 59 anni deceduta il 27 febbraio 2017 a seguito di un intervento al pancreas. I giudici della Corte d’Appello hanno accolto la consulenza tecnica di esperti nominati durante il processo, i quali hanno stabilito che il medico aveva rispettato tutte le linee guida e i protocolli previsti per il caso. La sentenza ha quindi ribaltato il verdetto iniziale, dichiarando Lazzara innocente “perché il fatto non sussiste”.
La vicenda risale al 2017, quando la signora Sigari, ricoverata il 3 febbraio presso il Policlinico di Messina, presentava un evidente colorito giallastro al volto. Dopo una serie di accertamenti, i medici le avevano diagnosticato un tumore al pancreas accompagnato da una sofferenza cardiaca. Dimessa per stabilizzare i valori clinici, la paziente era stata nuovamente ricoverata il 26 febbraio per sottoporsi all’intervento chirurgico, eseguito il giorno seguente.
L’operazione, conclusa nel primo pomeriggio del 27 febbraio, sembrava essere andata a buon fine. Tuttavia, nelle ore successive, la paziente è stata trasferita in terapia intensiva, dove il monitoraggio ha evidenziato un’accelerazione anomala del battito cardiaco. Poco prima della mezzanotte, la donna è deceduta.
In primo grado, il chirurgo Lazzara era stato ritenuto responsabile per non essere intervenuto tempestivamente a fronte di un’emorragia post-operatoria. Tuttavia, la perizia disposta dai giudici d’appello ha confermato che il medico aveva agito correttamente preferendo il monitoraggio della paziente, come indicato nei casi analoghi, invece di effettuare un ulteriore intervento chirurgico che avrebbe potuto aggravare la situazione.
La denuncia dei familiari, presentata dall’avvocato Giuseppe Romeo, aveva portato all’apertura del caso giudiziario. In appello, il lavoro del legale del medico, Carlo Zappalà, è stato fondamentale per dimostrare l’assenza di responsabilità del dottor Lazzara. La sentenza ha chiuso il caso, confermando l’assoluzione del chirurgo e ribadendo la correttezza del suo operato.