L’atteso processo ai Barbera, accusati di una serie di presunte truffe legate ai fondi del Superbonus 110%, ha subito un rinvio. La prima udienza, prevista ieri davanti alla Prima sezione penale del Tribunale di Messina, si è conclusa rapidamente con un rinvio al 12 dicembre a causa di un’eccezione sollevata da un legale di parte civile. Quest’ultimo ha chiesto che la Corte venga ricomposta, contestando la presenza di un giudice onorario. Dopo una lunga camera di consiglio, la richiesta è stata accolta, e l’avvio del dibattimento è stato posticipato per nominare un nuovo magistrato.
Le accuse
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato alla luce un presunto sistema truffaldino che coinvolge il medico Antonino Barbera, la sua famiglia e alcune società a loro riconducibili. Secondo l’accusa, Barbera avrebbe sfruttato la fiducia di pazienti e conoscenti, convincendoli a consegnare le proprie credenziali informatiche. Queste sarebbero state utilizzate per simulare l’avvio di lavori di ristrutturazione edilizia mai realizzati, con l’obiettivo di ottenere indebitamente i crediti fiscali previsti dal Superbonus 110%.
I crediti così acquisiti sarebbero stati trasferiti dai “cassetti fiscali” delle vittime alle società intestate a Barbera e ai suoi familiari. Alcuni di questi crediti sarebbero stati già monetizzati, mentre altri avrebbero generato tentativi di incasso non riusciti. Complessivamente, il sequestro preventivo ha riguardato beni e somme fino a un valore di 37 milioni di euro.
Gli imputati
Oltre ad Antonino Barbera, sul banco degli imputati siedono il figlio Nicola, la nuora Silvia Lo Giudice, la moglie Felicia De Salvo, la sorella Domenica e il cugino Roberto Pisa. Tra i reati contestati a vario titolo figurano associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, truffa, riciclaggio e sostituzione di persona. Anche diverse società, come Baronbeld, Panconsul, Euconsul e Safinservice, sono coinvolte.
Le presunte vittime
L’indagine ha raccolto le testimonianze di 43 parti civili, tra cui 42 persone fisiche e l’Amministrazione finanziaria dello Stato. Secondo l’accusa, buona parte dei pazienti di Barbera sarebbe stata persuasa a consegnare le credenziali necessarie per le pratiche dei bonus edilizi. Tuttavia, alcune richieste di ammissione al processo come parte civile sono state rigettate per vizi di forma.
Con il rinvio dell’udienza, la vicenda resta ancora al centro dell’attenzione. Mentre la difesa prepara la propria strategia, le presunte vittime attendono giustizia in quello che si preannuncia un processo complesso e dai risvolti significativi.