La città dello Stretto sta vivendo un’emergenza abitativa che sta mettendo a dura prova le fasce più vulnerabili della popolazione. Nonostante il calo costante del numero dei residenti, che ha portato alla chiusura di numerosi alloggi vuoti o sottoutilizzati, il problema della casa continua a crescere, con una particolare incidenza per famiglie in difficoltà e studenti universitari fuori sede.
I dati presentati dal segretario del Sunia di Messina, Claudio Vallone, delineano chiaramente il quadro drammatico. Nel 2023, sono stati emessi 167 provvedimenti di sfratto, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. A questi si aggiungono 239 richieste di esecuzione e 89 sfratti eseguiti con l’intervento della forza pubblica. La principale causa di questo fenomeno, secondo il sindacato degli inquilini, è l’assenza di una politica abitativa strutturale, che si riflette in graduatorie bloccate e nell’assenza di un censimento degli alloggi pubblici.
L’appello del Sunia e la necessità di un Osservatorio permanente
Il Sunia ha chiesto con urgenza l’istituzione di un Osservatorio permanente, composto da rappresentanti del Comune, sindacati e associazioni degli inquilini e dei proprietari. “È necessario un confronto per pianificare l’utilizzo delle risorse pubbliche e rispondere ai reali bisogni del territorio”, ha affermato Vallone. Le emergenze abitative, sottolinea il sindacalista, sono delle vere e proprie “bombe sociali”, alimentate anche dall’abolizione del Fondo per il sostegno all’affitto per la morosità incolpevole, che ha lasciato senza protezione numerose famiglie in difficoltà economiche.
Il rischio di espropri legati al Ponte sullo Stretto
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dagli espropri legati alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Circa 1.500 persone, 1.000 in Sicilia e 500 in Calabria, rischiano di perdere la casa senza alcuna garanzia di sistemazione alternativa. “Gli indennizzi sono stati quantificati, ma nessuno si è preoccupato di come queste famiglie troveranno un alloggio”, denuncia Vallone, che punta il dito contro la mancanza di politiche abitative di lungo respiro, sia a livello regionale che nazionale.
La critica alla politica regionale e nazionale
A livello regionale, Giusi Milazzo, segretaria Sunia Sicilia, denuncia la totale assenza del tema abitativo nella finanziaria siciliana. “Si potrebbero recuperare immobili pubblici dismessi per trasformarli in edilizia sociale, ma manca una visione strategica”, afferma. A livello nazionale, Nicola Zambetti del Sunia annuncia che il 5 dicembre si terrà a Roma un’assemblea degli inquilini, in cui si chiederà al Parlamento un cambio di rotta sulla legge di bilancio, che attualmente non prevede risorse per il sostegno alla locazione né per la rigenerazione urbana.
La crisi abitativa degli studenti universitari
Un altro aspetto cruciale dell’emergenza abitativa riguarda gli studenti universitari fuori sede. Damiano Di Giovanni, dell’Udu, denuncia il caro affitti e la grave carenza di posti letto pubblici per gli studenti. “A fronte di 9.500 studenti fuori sede, ci sono meno di 300 posti disponibili, e i costi degli affitti sono ormai insostenibili, con un fenomeno del 10% di contratti in nero”, spiega. La situazione non è migliorata nemmeno per quanto riguarda le strutture destinate agli studenti, come l’ex Hotel Liberty, gestito dall’Università, che ha visto i prezzi calmierati grazie all’intervento di Udu e Sunia. Tuttavia, resta incerta l’apertura dell’ex Hotel Riviera, i cui posti letto dovrebbero essere assegnati tramite graduatoria dell’Ersu. Inoltre, la “Casa dello Studente”, chiusa da vent’anni, non ha ancora visto alcun intervento concreto e si attende un finanziamento nel 2025.
Le richieste delle organizzazioni sindacali
Le organizzazioni sindacali chiedono ora un confronto pubblico con l’Amministrazione comunale, Arisme e l’Ufficio commissariale per il Risanamento, nonché una seduta del Consiglio comunale per affrontare il problema in modo sistematico e congiunto. Le stesse organizzazioni auspicano di essere ascoltate dalla Commissione parlamentare “Periferie”, che sarà presente a Messina nel 2025.
Il futuro della città e la necessità di interventi urgenti
La città di Messina, tra crisi abitativa, spopolamento e disoccupazione, continua a fronteggiare emergenze che richiedono interventi immediati. Il diritto alla casa, la qualità della vita e la protezione delle fasce più vulnerabili sono temi centrali per il futuro della città, e le forze sindacali chiedono una pianificazione a lungo termine che vada oltre le soluzioni temporanee. L’emergenza abitativa non è solo una questione di numeri, ma un problema sociale che riguarda direttamente la dignità e il benessere dei cittadini messinesi.