Giuseppe Russo, un 31enne originario di Messina, è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per aver combattuto come mercenario nelle milizie filo-russe in Ucraina. La condanna è stata emessa dalla sezione penale del Tribunale di Messina, presieduta dal giudice Francesco Torre. Nonostante la sentenza, Russo, conosciuto con il nome di battaglia “Ivan”, risulta ancora ricercato dalle autorità, dopo l’emanazione di un’ordinanza di custodia cautelare nel maggio 2021.
L’inchiesta che ha portato alla sua condanna è stata condotta dai carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) ed è stata denominata operazione “Ivan”. Russo, dopo aver lasciato la sua città natale, si era recato in Ucraina per unirsi alle milizie separatiste filorusse, che combattevano contro l’esercito ucraino nell’area del Donbass, un conflitto iniziato nel 2014. La sua attività di combattente, in cambio di un compenso economico, gli è costata un’accusa di violazione dell’articolo 3 della legge n. 210/1995, che ha ratificato la Convenzione internazionale di New York contro i mercenari.
La sua condotta è stata aggravata dalla “transnazionalità”, in quanto l’attività di reclutamento e combattimento ha coinvolto più stati, con una struttura organizzata che operava tra Italia e Ucraina. Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione internazionale e dell’analisi dei flussi finanziari e dei dati provenienti da Facebook, che hanno confermato il coinvolgimento di Russo nel conflitto e i suoi legami con altri mercenari.
Nel corso delle indagini, è emersa l’esistenza di una rete organizzata che reclutava combattenti per le milizie filo-russe nel Donbass. La rete coinvolgeva persone provenienti da diverse regioni italiane, che venivano inviate a combattere a fianco dei separatisti contro l’esercito regolare ucraino. Russo aveva avuto contatti con altri mercenari, tra cui Andrea Palmieri, un livornese noto come “il generalissimo”, già ricercato a livello europeo per reati legati al terrorismo e al reclutamento di mercenari.
L’attività di reclutamento e finanziamento di mercenari per le forze separatiste filorusse è stata oggetto di numerose indagini internazionali. Il caso di Giuseppe Russo ha messo in luce non solo le operazioni clandestine, ma anche i pericoli e le implicazioni di queste reti, che stanno alimentando il conflitto nel Donbass e minando la sicurezza internazionale. Russo, dopo essere stato arrestato, dovrà rispondere delle sue azioni, con la possibilità di essere estradato qualora venisse rintracciato.