“Cercasi schiavo per la stagione estiva”. Clamore nelle Eolie per i manifesti comparsi sui muri dell’isola di Lipari. Prima lo stupore, poi il sostegno, ma anche l’insofferenza per questa iniziativa con cui qualcuno ha voluto denunciare paghe basse e lavoro nero. Sulla vicenda sono in corso accertamenti dei carabinieri dal momento che si tratta di manifesti abusivi.
Nel frattempo esplode l’ira degli operatori: “Ricordo che il manifesto era già comparso circa 9-10 anni fa a Rimini. Lo afferma Dario Famularo, dell’associazione balneare Isole Eolie – credo adesso sia stata una sorta di provocazione. Forse ci sarà in giro qualcosa che giustifica questa iniziativa, ma non solo qui, e certamente non il settore balneare. Per l’operatore economico “bisogna considerare che i balneari fortunatamente hanno numerosi controlli incrociati di Guardia costiera, Guardia di finanza, della Capitaneria, del demanio, dell’ispettorato, anche perché i bagnini per legge devono essere messi in regola non possiamo tenere una persona addetta al salvataggio in nero”.
I manifesti ledono l’immagine di Lipari
Poi lo sfogo: “Questi manifesti ci hanno danneggiato dal punto di vista dell’immagine perché è passata l’idea che a Lipari si lavora in nero. Ma di fatto non è cosi, lo si capisce andando nei locali: i dipendenti sono gli stessi per ogni attività, questo significa che lì si trovano bene e sono messi in regola perché una persona sottopagata o in nero difficilmente l’anno dopo continua a lavorare nello stesso posto”. Infine Famularo parla delle difficoltà a trovare bagnini: “Non è facile trovare i bagnini, ma perché nel nostro territorio essendo isole, ci sono meno residenti. Si preferisce prendere una persona sul territorio perché a chi viene da fuori il datore di lavoro dovrebbe dare anche vitto e alloggio”.
Interviene anche Federalberghi che “pur stigmatizzando la forma e il contenuto – ritenuto offensivo, fazioso e inappropriato – del manifesto affisso sui muri delle strade di Lipari, vista la “grave denuncia” e il dibattito che ne è scaturito, “ritiene utile – afferma Christian Del Bono – coglierne in modo costruttivo la provocazione e propone di avviare un confronto serio che possa affrontare la tematica a 360 gradi, coinvolgendo nelle modalità opportune le istituzioni e le parti sociali. Siamo convinti che solo da una trattazione ampia della questione possano scaturire indicazioni utili per migliorare le condizioni tanto dei lavoratori quanto delle imprese e dell’intera comunità locale, nella consapevolezza che sia, ormai da tempo, comunque necessario ripensare il nostro modello di sviluppo, ponendolo sui binari della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.
Redazione – Messina Post