Siamo alle battute finali del processo relativo all’operazione “Inganno”, incentrata sulla sanguinosa guerra di mafia che ha insanguinato il barcellonese nei primi anni ‘90. Il procedimento, che coinvolge nove presunti capi dell’associazione mafiosa barcellonese, ruota attorno a 13 omicidi attribuiti al clan.
Durante l’udienza, che si è svolta ieri davanti al Gup del Tribunale di Messina Arianna Raffa, la parola è passata alle difese degli imputati. Gli avvocati Luca Cianferoni e Antonino Pirri, rappresentanti di Giuseppe Isgrò, hanno chiesto l’assoluzione, portando documentazione che contesterebbe le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Micale. Analoghe richieste sono arrivate dagli avvocati Tommaso Autru Ryolo e Franco Bertolone per Giuseppe Gullotti e da Diego Lanza per Stefano Genovese.
Le richieste dell’accusa sono severe: il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, della Direzione Distrettuale Antimafia, ha chiesto due ergastoli per Giuseppe Gullotti e Sem Di Salvo, oltre a pene variabili tra i 12 e i 30 anni per gli altri imputati, tra cui i collaboratori di giustizia Carmelo D’Amico e Salvatore Micale.
La sentenza definitiva è attesa per il 29 gennaio 2025, data in cui il giudice dovrebbe pronunciarsi dopo le ultime arringhe e le possibili repliche dei pubblici ministeri. La vicenda continua a gettare luce sugli anni bui della criminalità organizzata nel barcellonese, un periodo segnato da sangue e vendette.